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Chi cerca informazioni sul fotovoltaico, che sia attraverso internet o un amico che l’ha già messo sul tetto di casa, sentirà sicuramente parlare dello “scambio sul posto” fotovoltaico. Cosa è? E come funziona lo scambio sul posto? La domanda che a molti viene spontanea è:“lo scambio sul posto è realmente conveniente? Mi serve ad azzerare le bollette elettriche? Oppure è solo l’ultima trovata dello Stato per aumentare i gettiti fiscali?”

Chiariamo subito una cosa: lo scambio sul posto non è un incentivo dello Stato (gli incentivi sono ormai un ricordo lontano). Lo scambio sul posto non è neanche un meccanismo di agevolazione fiscale: per queste ci sono le detrazioni fiscali riservate a chi installa il fotovoltaico sul tetto di casa.

Lo scambio sul posto, regolato dall’Aeeg (Autorità per l’energia elettrica ed il Gas),  è un meccanismo di “remunerazione” dell’energia, che viene immessa in rete dall’impianto fotovoltaico. Spieghiamo meglio questo concetto che per molti, anche per gli stessi proprietari degli impianti, è ancora molto fumoso e poco chiaro.

Usare il termine “meccanismo di remunerazione” dell’energia immessa in rete è in realtà un poco impreciso perchè lo si associa in genere ad una vendita, ad una transazione economica. In realtà ci sembra molto più realistico definirlo come un “rimborso parziale” delle bollette elettriche pagate al proprio operatore.

“Bollette pagate al proprio operatore”. “Perchè” – diranno molti – “col fotovoltaico le bollette si pagano ancora?” , le bollette si pagano ancora. Anche se metto un impianto fotovoltaico sul tetto le bollette si continuano a pagare, nella misura in cui si continua a prelevare energia elettrica dalla rete. Col fotovoltaico, infatti, nella maggior parte dei casi, non si raggiunge la completa autonomia energetica dell’abitazione. Solo di sera, o di notte, per esempio, i prelievi da rete rimangono comunque necessari: continueranno ad esserci perchè i pannelli solari di sera e di notte non producono energia.

D’altro canto è pur vero che di giorno i pannelli fotovoltaici possono produrre istantaneamente molto più di quanto l’utente ha bisogno istantaneamente (cioè: nel momento della produzione impianto).

Di giorno il fotovoltaico ha il suo “picco produttivo” e l’utente può evitare di prelevare dalla rete anche molti chilowattora. Spesso la produzione diurna dell’impianto supera la reale necessità del momento: si crea un’eccedenza produttiva che viene immessa in rete.

scambio sul posto - fotovoltaico

Capire come funziona lo scambio sul posto: il percorso dell’energia

Per capire come funziona lo scambio sul posto bisogna capire prima il percorso che l’energia compie tra rete nazionale, impianto domestico e impianto fotovoltaico.

Semplificando…

Di giorno: l’impianto fotovoltaico produce energia pulita. Parte di questa energia prodotta viene istantaneamente auto-consumata. Quella che non viene autoconsumata nell’immediato, viene immessa in rete, non prima di essere “passata” dal contatore “di scambio” che misura i chilowattora immessi nella rete pubblica.

Di sera. L’impianto fotovoltaico non produce: tutta l’energia di cui abbiamo bisogno viene prelevata dalla rete, esattamente come quando non si aveva ancora l’impianto. Su questi kwh (chilowattora) prelevati verranno conteggiate le normali bollette elettriche.

La cosa fondamentale per capire come funziona lo scambio sul posto è che l’utente elettrico, anche se ha l’impianto fotovoltaico, continua a prelevare elettricità dalla rete pubblica e continua ad immettere le eccedenze in rete.

Qual è, dunque, il “percorso” dell’energia prodotta dall’impianto?

Da un lato: l’energia prodotta dai pannelli viene prima di tutto autoconsumata, se c’è richiesta. Tutta l’energia non immediatamente autoconsumata viene immessa in rete.
Dall’altro lato, per esempio la sera, l’energia viene prelevata dalla rete pubblica e pagata con le normali bollette elettriche.

Semplificando ulteriormente…

L’energia prodotta dall’impianto fotovoltaico ha tre possibili vie:

  • autoconsumo istantaneo (o accumulo in batterie)
  • immissione in rete
  • prelievi dalla rete.

Lo scambio sul posto è un meccanismo di compensazione parziale tra immissioni e prelievi.
Nonostante la funzione “compensatoria” dello scambio sul posto, l’autoconsumo istantaneo rimane sempre il fattore di maggior risparmio.

 

Ecco come funziona lo scambio sul posto

Ogni impianto fotovoltaico connesso in scambio sul posto effettua uno scambio di energia con la rete. Da un lato: immissioni; dall’altro: prelievi. Il meccanismo di rimborso dello scambio sul posto compensa parzialmente immissioni e prelievi.

Sui prelievi di rete l’utente paga le normali bollette elettriche. Parte di queste bollette verranno rimborsate parzialmente in proporzione a quanta energia viene immessa in rete dal proprio impianto.

Ad esempio: se in un anno immetto in rete 2.000 kwh prodotti dal mio impianto e ne prelevo 1.500, mi arriveranno le bollette per quei 1.500 kwh prelevati dalla rete.
Avrò pagato bollette per circa 450 euro (iva e imposte incluse).
Queste 450 euro pagate in bolletta includono non solo l’energia effettivamente prelevata, ma anche le altre spese normalmente associate in bolletta:

  • kwh di energia prelevati
  • servizi di distribuzione, dispacciamento, commercializzazione dell’energia, ecc…
  • oneri di sistema
  • imposte e addizionali
  • iva
  • ecc..

Il meccanismo dello scambio sul posto rimborsa il 100% dell’energia prelevata e parte dei costi legati ai servizi ed agli oneri di sistema. “Ovviamente” non rimborsa l’iva e le imposte pagate in bolletta. Fonte

Questi sono i “concetti”  per capire, in linea teorica, come funziona lo scambio sul posto. Per passare dalla teorica alla pratica questi due articoli ti saranno sicuramente utili: