Il fine vita dei moduli FV e il GSE che batte cassa
L’UE aveva disposto, con la Direttiva 2012/19/UE sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE), che i responsabili della gestione dei RAEE fossero i produttori delle apparecchiature stesse, proporzionalmente alla quantità dei nuovi prodotti immessi sul mercato, attraverso l’organizzazione e il finanziamento di sistemi di raccolta, trattamento e recupero dei rifiuti.
La direttiva è stata recepita dal Decreto Legislativo n. 49 del 14 marzo 2014 e con la pubblicazione delle “Istruzioni operative per la gestione e lo smaltimento dei pannelli fotovoltaici incentivati” da parte del GSE saranno trattenute, dalle tariffe incentivanti di cui al I, II, III e IV Conto Energia (per impianti entrati in esercizio fino al 30 giugno 2012) e a partire dall’undicesimo anno di incentivazione, quote a garanzia della totale gestione dei rifiuti derivanti da pannelli fotovoltaici.
A seguito del trattamento e dello smaltimento di moduli incentivati dismessi, il Soggetto Responsabile (SR) dei rifiuti dovrà presentare al GSE documentazione comprovante l’avvenuto smaltimento per vedersi restituire la quota cautelare trattenuta.
Per gli impianti fotovoltaici domestici (P < 10 kWP) la normativa vigente stabilisce che il SR del RAEE fotovoltaico adempia ai propri obblighi avvalendosi del servizio gratuito fornito dai Centri di Raccolta.
Per gli impianti professionali (P ≥ 10 kWP) il SR, per procedere alla corretta gestione dei rifiuti derivanti da pannelli, deve conferirli a un impianto di trattamento autorizzato iscritto al Centro di Coordinamento RAEE tramite un sistema individuale, collettivo, di soggetti autorizzati per la gestione dei codici CER o di un trasportatore.
Il principale fattore di novità della normativa tracciata dal GSE con le Istruzioni del 14 dicembre scorso è che i Soggetti Responsabili di RAEE fotovoltaici professionali potranno richiedere al GSE, per moduli incentivati in Conto Energia prima del 30 giugno 2012, la completa gestione delle operazioni di raccolta, trasporto, trattamento, recupero e smaltimento dei rifiuti prodotti dai pannelli.
Il meccanismo del Primo Conto Energia, secondo i dati del GSE, conta 5.724 impianti (163 MWP) in esercizio che andranno presto alla resa dei conti con il sistema di finanziamento delle operazioni sui RAEE previsto dal D.Lgs. 49/2014 e attuato dal GSE.
Non disponendo dei dati di potenza e numerosità degli impianti domestici all’interno della “Classe 1” (da 1 a 20 kWP) dei sistemi incentivati si è assunta tale quota, in potenza, pari ad 1/3 di quella dell’intera classe: ciò significa che dei 163.382 kWp in esercizio con i DM 28 luglio 2005 e 6 febbraio 2006, più o meno 150 MWPcostituiscono la quota di potenza degli impianti professionali per i quali proveremo a quantificare l’entità delle trattenute applicate, dal 2016, alle tariffe incentivanti.
Lo schema di gestione prevede che il GSE trattenga una quota, negli ultimi dieci anni di diritto all’incentivo, volta a garantire l’integrale copertura dei costi di trattamento dei rifiuti di pannelli fotovoltaici. Tale quota è stata determinata dal GSE sulla base dei costi medi di adesione ai Consorzi e la stima dei costi imputabili alle attività di ritiro, trasporto, trattamento, recupero e smaltimento del RAEE fotovoltaico.
Le questioni sollevate da molti operatori e associazioni di categoria vertono proprio sul valore della quota di 12 €/modulo trattenuta per i RAEE fotovoltaici domestici e di 10 €/modulo trattenuta per i RAEE fotovoltaici professionali.
In un non lontano dicembre 2012, invece, sempre il GSE fissava per gli impianti in IV e V Conto un contributo unitario di 1 €/modulo gestito e, comunque, pari ad almeno due terzi del costo totale di gestione del singolo dispositivo. In quel caso, il Disciplinare Tecnico prendeva che gli impianti (o meglio i “Produttori” dei moduli in uso presso tali impianti incentivati o eventualmente i Soggetti Responsabili) aderissero ad un Consorzio capace di garantire, con una struttura operativa e finanziaria appropriata, l’attività di recupero e riciclo dei moduli a fine vita.
Ebbene, in tre anni il costo di gestione del singolo dispositivo si è decuplicato e il sistema di accantonamento con fondo fiduciario imposto ai Consorzi è stato declinato dal GSE in un deposito fruttifero.
Per un impianto da 1 MWP composto da 5.000 moduli da 200 WP, la rateizzazione della quota di 10 €/modulo trattenuta a copertura dei costi di gestione e smaltimento dei pannelli, prevede una decurtazione poco superiore ai 9.000 € (18% del totale) all’11° anno di esercizio che diminuisce progressivamente nei dieci anni consecutivi fino al valore di 900 € nel 20° e ultimo anno di incentivo: in buona sostanza, al SR di un impianto professionale da 1 MWP, la gestione del fine vita dei suoi moduli tramite GSE costa 50 €/kWP.
Ma cosa è successo durante la consultazione pubblica delle istruzioni operative, quando il GSE chiedeva se la volontà di gestire la quota trattenuta tramite un deposito fruttifero fosse condivisa e, soprattutto, se ci fossero ulteriori elementi per una sua puntuale definizione di valore?
Lo strappo tra le Istruzioni Operative e il Disciplinare Tecnico sta nel fatto che un SR non può evitare che il GSE trattenga dalle tariffe incentivanti, per dieci anni a partire dall’undicesimo, la quota di competenza prevista a copertura dei costi di gestione dei suoi RAEE, anche presentando l'attestato di adesione ad un Consorzio.
Il GSE precisa inoltre che, nel caso in cui il SR opti per il suo intervento, la Società potrà richiedere una quota aggiuntiva qualora le trattenute non siano sufficienti alla gestione delle operazioni di raccolta, trasporto, trattamento, recupero e smaltimento ambientalmente compatibile dei rifiuti prodotti.
Nel frattempo i soggetti beneficiari che hanno avuto accesso al Primo Conto Energia si preparano a pagare, o meglio a vedersi trattenere, una quota di 10 € per modulo a valere sulla prima erogazione dell’anno a loro favore.
Limitatamente alla gestione del Primo Conto nella progressione temporale 2016/2028, l’importo complessivamente trattenuto nel deposto fruttifero ai SR di impianti professionali ammonterebbe a oltre 7 milioni di euro (una cifra che crescerà moltissimo con i successivi conto energia). Come se non bastasse, tale trattenuta si somma alle cifre che il GSE sta chiedendo in restituzione dell’aggiornamento ISTAT delle tariffe incentivanti applicato dal 2006, mettendo in crisi numerosi impianti, nonostante il pagamento a rateizzazione semestrale concesso ai produttori.
Non va meglio neanche ai titolari di impianti di domestici che prevedono una quota trattenuta pari a 12 €/modulo applicata una tantum al 15° anno di incentivazione e a valere sulla prima erogazione dell’anno.
La sig.ra Betti, SR di un impianto da 3 kWP realizzato con 16 pannelli da 185 WP, al 15° anno di incentivazione vedrà decurtate 180 € alla prima erogazione del contributo in suo favore.
Eppure i passaggi di consultazione pubblica previsti tra Gestore, associazioni e operatori dovevano proprio consentire, nella massima trasparenza, di uniformare le modalità di trattamento dei pannelli incentivati ante e post 30 giugno 2012. Anche l’iscrizione al Sistri (Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti) per i soggetti coinvolti nello smaltimento avrebbe potuto costituire una semplificazione del processo, ma il 23 dicembre scorso il termine per l’adeguamento al sistema è stato prorogato di un anno e il Sistri è sparito dalla versione definitiva delle Istruzioni.
In considerazione del fatto che i RAEE fotovoltaici contribuiscono poi con una quota ancora molto esigua rispetto alle altre categorie di rifiuti a cui appartengono, il GSE si riserva di aggiornare annualmente la quota trattenuta dalle tariffe incentivanti erogate ai beneficiari del Conto Energia.
Secondo assoRinnovabili, che condivide il principio secondo il quale i pannelli debbano essere smaltiti correttamente, ci sono diversi elementi di criticità nel documento GSE, con particolare riferimento ai gravi impatti finanziari che verrebbero determinati dall’applicazione del supposto valore della quota da trattenere negli ultimi dieci anni di incentivo, nonché dell’ulteriore aggravio burocratico derivante dagli obblighi di trasmissione documentale. Per questo motivo l’Associazione ha ribadito al GSE la necessità di un confronto più approfondito sul tema e sta valutando le possibili azioni da portare avanti a tutela dei propri Soci.
Non resta che augurare ai titolati degli impianti che dichiareranno, tra un decennio, l’avvenuta consegna di RAEE fotovoltaici incentivati, di essere rifusi delle maggiori quote trattenute per la loro gestione. Ma questo richiederà passi avanti nello sviluppo dei trattamenti dedicati ai moduli e l'abbandono del disassemblaggio manuale, investimenti nell’avvio di iniziative imprenditoriali e invariabilità dei costi di logistica e trasporto. Fonte